Perché molte persone non raggiungono il successo?
Per mancanza di talento, di risorse, di voglia di fare?
No, il principale nemico del successo è la paura. La paura di fallire è ciò che tiene le persone legate al palo. Ma c’è un’altra paura più sottile e insidiosa: la paura del successo.
Per farti capire come funziona ti racconto la storia di Alessandro.
In realtà il nome è di fantasia solo per rispettare la sua privacy, ma la storia è integralmente vera.
Un ragazzo di talento a un passo dal successo
Ho conosciuto Alessandro nell’ottobre del 2018. Aveva partecipato a una serata con Roberto Re a Firenze, che gli era stata caldamente consigliata da un mio affezionato cliente dei percorsi FLY. Come di consueto Alessandro fissa il suo incontro di personal coaching individuale e mi racconta la sua storia. Giovane, bello e con tanti sogni nel cassetto e la passione per la Pallavolo che da qualche anno, si è trasformata nella sua carriera professionale. Giocava come professionista in A2 quando l’ho conosciuto, ma il suo sogno era arrivare in A1. Neanche a dirlo, 6 mesi dopo il suo sogno era stato raggiunto. La nuova squadra, lontana da Firenze, lo aveva portato a non poter seguire le lezioni settimanali del percorso che avevamo intrapreso insieme ma lui, determinato a lavorare su se stesso per raggiungere sempre più i suoi sogni di gloria, si collegava settimanalmente con uno smartphone, per seguire le lezioni via etere.
Il lavoro fatto su se stesso non ha tardato a produrre risultati importanti. Lui tecnicamente bravo lo era già, ma in quei mesi ha imparato a gestire un sacco di dinamiche nelle partite più importanti, legate allo stress, alle pressioni e alle relazioni con i compagni di squadra.
Risultati talmente sorprendenti che pochi mesi dopo, viene convocato per partecipare alle selezioni per la Nazionale Italiana. Notizia di pochi giorni fa che ho appreso da una commossa telefonata ricevuta da lui. Tutto perfetto penserai, giusto? Lo pensavo anche io fino a ieri.
Mi manda un messaggio e mi chiede di sentirci, vuole parlarmi perché, mi scrive: “sono un po’ in crisi”.
“Ma è davvero questo che voglio?”
“Sono contento di questa grandissima opportunità. Mi gioco questo posto in Nazionale con un altro giocatore con il mio stesso ruolo, vedremo chi dei due verrà scelto. Nel frattempo però sono un po’ preoccupato. Se venissi scelto avrei tantissimi allenamenti a cui sottopormi, poco tempo per me, poco tempo per questa estate alle porte che ho aspettato tanto. Sarei continuamente sotto pressione e non sono sicuro che sia la vita che voglio. Infondo in questo contesto a volte mi sento un burattino che deve fare le cose giuste per essere una buona macchina per vincere. Sto seriamente domandando a me stesso se è davvero questa la vita che voglio!”
Lo ascolto, con attenzione e fino in fondo e poi inizio con le mie domande e tra queste gli chiedo anche se avesse avuto chiaro, cosa fare da grande se non quello. La sua risposta è No.
Ti risparmio tutta la conversazione tra noi. Ti sintetizzo la parte più saliente.
Lui aveva solo paura
La storia che si stava raccontando era solo una difesa perché in cuor suo aveva nell’ordine:
- Paura di fallire. Molto più facile raccontarsi che tutto sommato non è poi così importante;
- Paura di perdere la sua qualità di vita. Temeva che l’impegno avrebbe tolto tempo a sé stesso e non gli avrebbe permesso di godersi il periodo estivo;
- Paura della responsabilità che quel ruolo avrebbe comportato;
- Paura di non riuscire a essere un atleta di successo e una persona felice allo stesso tempo.
In buona sostanza, questa nuova situazione, aveva generato in lui la paura di perdere l’equilibrio che oggi aveva trovato. Questa nuova opportunità lo metteva di fronte a nuove responsabilità, a nuovi impegni, togliendogli tempo, gli ha fatto perdere di vista il suo sogno, facendolo focalizzare su ciò che poteva perdere.
Con lui il lavoro è stato molto semplice perché da mesi seguiva un percorso di formazione e conosceva pressoché tutti gli strumenti e le tecniche per superare le sue paure. Aveva solo bisogno di conforto e di ricordare quello che in realtà già conosce. In ogni caso ti riassumo cosa gli ho spiegato.
Gestire la paura e assumersi la responsabilità del successo
Non esiste un’attività al mondo che non richieda impegno per essere raggiunta ad alti livelli.
Non si può fuggire alle paure e non è utile combatterle, così come nemmeno ignorarle. Le paure vanno ascoltate, accolte, comprese e rassicurate.
Al pari di come si fa con un bambino che ha paura del buio, la soluzione non può essere chiuderlo in una stanza solo senza luce e nemmeno abituarlo a stare sempre con la luce accesa. La paura va compresa e poi rassicurata con amore. Comprendendo innanzi tutto che avere paura non è solo normale ma è lecito e anche giusto. E’ importante comprendere anche che spesso la paura non ha a che fare con quel problema specifico, ma con la qualcosa di più profondo.
Se ho paura di quella responsabilità, come in questo caso, scappare dalla responsabilità non sarà mai la soluzione. Posso cambiare ambito, lavoro, passione o hobby, ma ogni volta che mi troverò nelle condizioni di dovermi assumere la responsabilità, ecco che il problema si riproporrà con la stessa intensità se non cresciuta. Meglio affrontarla subito.
La comunicazione che abbiamo con noi stessi gioca un ruolo determinante.
Lui aveva iniziato a raccontarsi che si sentiva sfruttato da un mondo che voleva un burattino performante. Mi è bastato ricordargli che veniva pagato per fare un’attività che era sempre stato per lui un gioco divertente e stimolante. Non tutti hanno la possibilità di fare come lavoro, quello che è un gioco e una passione da sempre. Non si può fuggire all’impegno. è un ingrediente fondamentale se si vogliono raggiungere traguardi importanti. E’ fondamentale però che insieme a quello ci siano anche entusiasmo e amore per ciò che si fa.
Devi saper guardare lontano con lungimiranza. Quello che conta non è se oggi hai o non hai il tempo che vorresti, ma semmai se quello che fai oggi sta creando i presupposti perché tu possa averlo presto, quanto e come ne vuoi. Lavorare intensamente per un traguardo importante è abbastanza normale, così come è normale avere momenti in cui lavoriamo duramente e con poco tempo per lo svago, ma se questo è un comportamento strategico, che presto ti porterà a una crescita professionale e un cambio di rotta, allora ne sarà valsa la pena. In caso contrario devi iniziare a cercare dei piani alternativi non tanto nel cosa fai ma semmai nel COME lo fai, perché la tua vita cresca e sia migliore, ogni giorno di più.
Se anche a te capita che la paura di tanto in tanto sia un freno e vorresti capire come gestire al meglio le tue emozioni e te stesso per avere successo ma anche un Equilibrio duraturo nella tua vita personale e professionale, scrivimi a [email protected] , sarò felice di risponderti e aiutarti a vedere le cose nel modo più produttivo.